AVETE MAI PROVATO A CAMBIARE UN ASSEGNO?

Se vi dovessero pagare con un assegno, sappiate che nel nostro paese è carta straccia. Pur essendo un titolo di pagamento legittimo, i nostri simpatici bancari si guardano bene dall’accettarlo. Anzi, ti va bene se non ti guardano come un malavitoso.

La mia disavventura inizia con l’arrivo di una somma che un istituto bancario di prim’ordine mi doveva. Ovviamente, tra le condizioni del pagamento avevo ben specificato di versarmi la cifra sul mio conto corrente, fornendo le esatte coordinate bancarie. Bene, dopo 2 mesi circa, sorpresona, mi arriva l’assegno invece del bonifico. Intestato a me, clausola “Non trasferibile”. Ad un profano sembrerebbe inattaccabile. Provo subito ad andare a cambiarlo in una delle banche del mio paese. Alla mia richiesta di cambiare l’assegno, i cassieri mi guardano, guardano quel rettangolino di carta azzurrognolo, sgranano gli occhi e mi dicono: “ah no, quello non si può mica cambiare… Ma lei ha il conto qui da noi?” La tentazione è di rispondergli “ovvio che non ce l’ho il conto qui da voi, siete una associazione per delinquere finalizzata alla truffa, al raggiro, alla appropriazione indebita ed alla circonvenzione d’incapace!” ma mi trattengo, conto fino a tre e rispondo pacifico: “no, non ce l’ho, ma da nessuna parte sta scritto che io debba versarlo su un VOSTRO conto… Qui c’è scritto ‘Pagate a vista’…” Il cassiere non si scompone… “Ah no, io non glielo cambio…”. A nulla sono valsi i colloqui col direttore della filiale. Benissimo, anche se la cosa non mi va giù, gli chiedo obtorto collo di aprire un conto corrente da loro. La risposta è da fantascienza: “eh no, non glielo apriamo, tanto sappiamo che una volta incassato l’assegno lei lo chiude…”

Gli rido in faccia e prima di andarmene gli dico che se mi fossi azzardato io a fare un discorso del genere ad un mio cliente, sarei stato licenziato in tronco.

Stesso copione in altre 3 banche. Alla fine, stremato provo l’ultima carta: LE POSTE! Qui, oltre alla stesse risposte negative sulla possibilità di cambiare l’assegno o di aprire un conto, mi propongono di aprire un “libretto” e di versare li l’assegno. Gli chiedo in quanto tempo saranno disponibili i soldi in questo modo: EH UN MESE CI VORRA’SENZALTRO!

Mi metto l’anima in pace, sono le 18 e non ho voglia di incavolarmi oltre. Mi collego ad internet, vado sul sito delle poste, apro un conto corrente online. Nelle istruzioni mi viene detto di presentare il contratto allo sportello postale da me scelto per perfezionare l’apertura del conto.  Perfezionare è una parola grossa… infatti l’indomani mi presento all’ufficio postale da me scelto, nella città in cui lavoro. Prendo il bigliettino, E309. Sono le 13:08. Alle 14:15 finalmente è il mio turno (su 8 sportelli ne funzionavano più o meno due). Qui la cassiera mi guarda come per dire “ma come, hai aperto un conto online e ora vieni da me? ma che vuoi?”. Poi mi spiega: il contratto non doveva portarlo qui da noi, ma mandarlo all’indirizzo specificato nel sito, a Roma. Protesto: “ma come, e qui cosa c’è scritto?” e gli mostro la pagina del contratto in cui veniva specificato di andare all’ufficio postale col contratto. Mi spiega che il contratto va spedito alla sede delle Poste a Roma, e che per aprirlo ci vorranno una ventina di giorni…
Sono al limite della sopportazione, e gli chiedo: ma per aprire un conto corrente ORDINARIO? “Ah se vuole, possiamo farlo anche qui” mi spiega. “Basta prendere l’appuntamento con la collega che se ne occupa. Le va bene oggi pomeriggio alle 16?” Eh no, per la miseria alle 16 lavoro!  “Allora prendiamo un appuntamento per fine settimana prossima…” Va beh, lasciamo stare. Me ne vado.

Nel tragitto che dalle Poste porta al mio luogo di lavoro, ci sono 4 banche. La prima è un nome altisonante, addirittura il nome finisce per consonante, “….credit” invece di “credito”, come per apparire stranieri quindi potenti! Sono le 14:38 e c’è una piccola folla di gente fuori dalla porta ancora chiusa (doveva aprire alle 14:30). L’impiegata all’interno a gesti fa capire che “quello con le chiavi è in pausa pranzo, appena ritorna apriamo”… Io mi guardo intorno cercando di scorgere le telecamere di Scherzi a Parte. Ma non ci sono! Me ne vado. La seconda banca che incontro è un “Monte di Fiaschi”. Qui chiedo ad una impiegata le condizioni per aprire un conto corrente. Mi dice, testuali parole: “Un conto corrente? Aspetti, si guarda su internet cosa c’è…” Ma come? Non sai che cosa devi vendere? Devi andare a vedere su internet per sapere che conti correnti devi vendere? Già la vedo buia. Mi propone un conto online, zero spese, tutti vantaggi.. Peccato che non si possano versare assegni! Passiamo a qualcosa di ordinario, grazie! Un conto ordinario ci sarebbe, ma costa 6 euro al mese “se non sbaglio”, che possono diventare 4 se si versa anche lo stipendio….  Già mi sembrano una follia i 6 euro, ma chi se ne frega in fondo. Mi basta tenerlo aperto per un paio di settimane…  Tempi per l’apertura? “Eh bisogna sentire la mia collega. Prendiamo un appuntamento per la settimana prossima?” Lasciamo stare, guardi… E me ne vado.

La banca successiva è una Banca che fa riferimento all’antica terra degli Etruschi… Prendo il numerino, e quando tocca a me, l’impiegata mi manda dalla collega, negli uffici. Arrivo, e la vedo nel gabbiotto che parla al telefono. Ha davanti a se un cliente ed un altro che aspetta fuori. Già la vedo lunga la cosa… Ascolto per due minuti la conversazione telefonica: tutto fuorché argomenti di cui dovrebbe parlare una impiegata in banca… Capisco già che sarebbe tempo perso… Si sono fatte già le 15:10 ed io ho solo 20 minuti prima di rientrare al lavoro.

Esco, mi dirigo verso la quarta banca. Vediamo se qui troviamo una “Intesa”… Sono le 15:15 di venerdì pomeriggio ed è CHIUSA!

Non ho parole.

Anzi una parola ce l’ho. Mi sono rotto i coglioni. E’ Venerdì, sono incazzato, questi delinquenti mangiasoldi mi prendono per il culo, non ho neanche pranzato. Decido di aspettare oramai Lunedi. Nella mia pausa pranzo, uscirò dal lavoro e mi recherò nella sede della banca più vicina.

Se non mi vorranno cambiare l’assegno, chiamerò i Carabinieri.

Come diceva quella musichetta tanto simpatica? “L’Italia s’è desta”… Si, una volta!