Io non sono normale. So di non esserlo, ed ho il sospetto di non esserlo mai stato. Partiamo dal concetto di normalità: con “normale” si intende giustappunto “nella norma”, cioè un qualcosa che si ritiene che la logica voglia che sia in quel preciso modo. Quindi, io non sono normale. Non posso esserlo, se mi guardo attorno e vedo quello che viene definito “normale”…

Conosco il numero del mio cellulare. Cosa impensabile per i miei connazionali. Addirittura ho 2 numeri e me li ricordo perfettamente. Non ho mai imboccato l’autostrada/superstrada contromano, e non mi sono mai dovuto giustificare con “si va beh, tutti possono sbagliare”… Non ho mai buttato via uno stipendio per comprare un oggetto insulso e perfettamente inutile visto in TV. Non ho mai fatto a botte, e sono arrivato a 40 anni senza farlo. Ho sempre massacrato l’avversario di turno con la dialettica e il cervello, ambedue  formidabili e, ai più, sconosciute armi. Non mi si è mai bloccato Windows 95, se non perché avevo fatto casino io. Ho usato per anni Windows 98, XP e Vista e non ho mai avuto i problemi che i miei connazionali ipocondriaci riscontrano per sentito dire… Non sono normale. Ho quasi sempre controllato le bollette che mi arrivavano, e quando ho rilevato inesattezze ho parlato con l’operatore ed abbiamo risolto il problema, senza incazzarsi, chiamare l’avvocato, disdire contratti e pagare penali. Ho un automobile con la quale percorro mediamente 35.000 km l’anno, e cerco di rispettare il codice della strada, di mettere la freccia, di rallentare, di dare la precedenza, nonostante la guerra a cui vado incontro ogni mattina. Non ho bisogno di un SUV anche se da noi, per 3 giorni all’anno c’è la neve. Non ho mai avuto parabole o decoder, non me ne frega niente di vedere 989 canali di cui 980 in lingue che l’italiano medio non solo non conosce, ma non distingue neanche l’una dall’altra. E dei documentari sul facocero nano della savana, non me ne può fregare di meno, perché non sono normale.

Non ho mai comprato magliettine di cotone pagandole come uno scooter solo perché gli fa la pubblicità un coglione analfabeta che per campare tira calci ad una palla di gomma. Se devo andare in un negozio o in un ufficio, cerco di presentarmi entro l’orario scritto nell’apposito cartello, magari informandomi prima di partire, invece di andare all’ora che voglio io e smadonnare come ossessi perché è chiuso e cercare di telefonare a tutte le autorità per trovare il modo di farmi aprire. Quando ho subito dei soprusi, ho reagito secondo la ragione e al massimo mi sono tolto qualche soddisfazione scrivendo l’accaduto in qualche giornale.

Non sono mai andato a ballare a 300Km di distanza perché è di moda andare in quel locale, e se non ci vai non sei nessuno. Appunto. Non sarò nessuno per voi. Lo considero un complimento.

Non ascolto la musica che vuole il sistema, e non leggo i libri che il sistema vuole che io legga. Io uso il cervello prima di aprire bocca e prima di muovere qualsiasi organo, compreso quello sessuale. Io ho imparato a conoscere le persone, mi fido della mia impressione, e tendo a diffidare dagli esseri viscidi che si presentano come messia. Non ho mai nascosto le mie idee politiche, i miei interessi, anche quando era consigliabile non esporsi. Non ho paura di usare il cervello e dimostrare che so pensare. Io, come Gramsci, odio gli indifferenti.

Non sono normale al punto di saper scrivere più o meno correttamente nella lingua Italiana, e sono in grado di leggere e di comprendere molte delle cose che leggo. Perché? Perché non sono normale, e quando andavo a scuola non consideravo gli argomenti di cui si parlava come “materie scolastiche” da sopportare per un’ora e poi via a casa. Ho semplicemente assimilato gli insegnamenti. Per 13 anni. Parlo alcune lingue, alcune (dicono) bene, altre in maniera comprensibile. E quando vado all’estero e riesco a comunicare tranquillamente con le altre persone ho degli indubbi vantaggi, oltre che una gigantesca soddisfazione. Ma quando sono in Italia, e uno straniero chiede una informazione, vengono a chiamare me: perché non sono normale, sono quello che sa l’inglese.

Io non sono normale quindi. E come tutti i matti, ne sono orgoglioso.