Che paese di merda il nostro. Un paese in cui una persona deve mendicare per avere quello che gli dovrebbe spettare di diritto: la speranza di un futuro diverso. Mi sveglio alle tre di notte, tanto non ho lavoro, posso permettermi di riposare più tardi. Mi aspetta una altra giornata in fila, davanti a quello sportello. Prendo l’autobus, perché l’automobile è un lontano ricordo: dopo tre anni di disoccupazione e precariato, è la prima cosa che se ne va. Ed eccomi qui, sul 38 barrato in direzione del centro, circondato da extracomunitari, neocomunitari, operai. Si sta bene, in fondo, al calduccio: se penso che da quando scenderò da qui, dovrò stare in piedi per ore e ore, forse fino a sera.

Mi incammino verso lo sportello, ho con me tutti i documenti: il codice fiscale sbiadito, la patente, le ultime buste paga. Chissà che non servano. E mi metto in fila. Davanti a me centinaia, forse migliaia di disperati come me, che si sentono defraudati dei loro più elementari diritti. E stiamo qui, a mendicare un posto nell’olimpo degli eletti a quell’impiegatuccio con gli occhiali, che prenderà sicuramente un sacco di soldi al mese, più tredicesima.

Dura la vita. Ma noi attendiamo con fiducia. Si riesce quasi a fare amicizia con gli altri desperados. Si fanno piccole gare: “io non ce l’ho più da sette mesi, non so come fare a dirlo alla mia famiglia. Così vengo qui tutti i giorni, sperando di trovare qualcosa, anche il più umile”. “Eh io è più di un anno. Mio figlio mi odia, dice che sono un fallito. I suoi compagni di scuola lo prendono per il culo… “. E’ dura la vita. C’è chi non ha i soldi per pagare il mutuo e tra poco gli porteranno via la casa, chi oramai l’ha persa da tempo ed è tornato a vivere coi genitori. A 46 anni…

Speriamo che sia la volta buona, e che quell’impiegatuccio ci dia una speranza, oggi. Non chiedo tanto: una speranza per il futuro.

Sono oramai sette ore che sto in piedi, in fila. Mi chiedo se certe cose negli altri paesi d’Europa succedano o se sono più fortunati. Certo vorrei vedere se ci sono file come queste davanti ad uno sportello in Germania o in Francia. Che paese di merda! Vedo persone che escono dall’ufficio con una serie di fogli in mano, chissà se ci sono riusciti. Forse sono stati fortunati.

Piano piano mi avvicino. Ancora una oretta e forse toccherà a me. L’impiegatuccio è sempre li, indaffarato, alle prese con noi disperati che andiamo a mendicare quello che dovrebbe spettarci di diritto. Lo invidio però. Ha un posto di lavoro, a fine turno stacca e torna a casa… Mica come noi…

Dai, ancora una ventina di persone, ma manca meno di mezzora alla chiusura…

Dieci persone…

Tre persone, ci sono, cazzo! Finalmente tra poco tocca a me…

Ho tutto: documento, codice fiscale, buste paga, contributi versati.. Sono in quella lista da troppo ormai…

“Buongiorno, mi dica.” Gli espongo le mie esigenze, con fierezza. L’impiegato mi gela. “Mi spiace, non abbiamo niente di quello che sta cercando.”

Rimango basito, inerme. Tutto il mio mondo sta crollando. Dovrò tornare a casa senza avere neanche un minimo di speranza, un minimo di futuro tra le mie mani.

Con che faccia guarderò mia moglie? E mio figlio, avrà sempre quello sguardo del tipo “papà, sei un fallito…”.

Che paese di merda è questo, dove un diritto inalienabile per ogni essere umano viene calpestato in una maniera così indegna?

Che paese di merda è questo,dove uno deve aspettare mesi e mesi per avere un iPhone 4S ?

E’ il grido di battaglia dell’italiano (con la “i” minuscola) medio. La panacea universale, la giustificazione per qualsiasi cosa egli non riesca a capire (cioè quasi tutto). Con “e io che ne so” l’italiota sigilla ogni discussione, giustifica ogni scempio, conferma di occupare infruttuosamente dello spazio sul globo terrestre e rubare indebitamente ossigeno prezioso a ben più nobili creature, tipo il Pachycereus Pringlei (cactus del deserto).

“E io che ne so?”, dirà infatti l’italiota al vigile che gli fa notare che stava procedendo contromano e che ha appena parcheggiato sulle strisce davanti al portone del Pronto Soccorso

Quando gli fai notare che non è elegante ficcare il dito in tutte le paste presenti sul bancone del bar per sceglierne una, egli ti guarderà ed esclamerà: “E io che ne so?”

“E io che ne so?” risponderà l’ignaro nostro concittadino quando le 74 persone in coda alle poste gli fanno “gentilmente” notare che deve prendere il numerino e fare la coda come gli altri.

E risponderà “E io che ne so?” al meccanico al quale ha portato l’automobile quando gli farà notare che invece della benzina nel serbatoio ci ha messo il gasolio (perché costa meno).

“E io che ne so?” risponderà perplesso all’addetto del call center del proprio operatore telefonico che gli spiegherà che non può effettuare chiamate perché ha finito il credito.

“E io che ne so?” risponderà l’italiota agli automobilisti in coda che smadonnano, quando all’uscita dell’autostrada si sarà infilato nel casello col pagamento tramite Bancomat e lui il Bancomat non sa neanche cosa sia.

Quando chiederai ad un italiota il proprio numero di telefono, ti risponderà “E io che ne so”, aggiungendo (la volpe!) “io non mi chiamo mai”.

“E io che ne so?”, risponderà quando gli fai notare che sta spingendo quella porta da 3 minuti, quando nel cartello c’è scritto “tirare”.

Quando chiedi di firmare qui, esattamente dove c’è scritto “Firma”, l’italiota ti chiederà: “qui?” dall’altra parte del foglio, aggiungendo “E io che ne so?”.

“E io che ne so?” dirà l’italiota all’operaio dell’acqua che è venuto a staccargli il contatore perché non ha pagato in tempo la bolletta.

Quando riporterà l’oggetto appena comprato al negozio perché “non funziona”, e il commesso gli spiega che andava attaccato alla corrente, l’italiota risponderà: “E io che ne so?”

“E io che ne so?” sarà l’unica risposta che potrà dare un nostro concittadino alla domanda “perché non hai dato da mangiare al cane per 15 giorni mentre ero in vacanza”?

Quando la guardia giurata alle 3 di notte ferma un italiota che sta bussando alla porta di un negozio, sbirciando dentro, cercando di scardinare la saracinesca, e gli chiederà “non le viene il dubbio che sia chiuso?”, egli placidamente risponderà: “E io che ne so?”

“E io che ne so?” risponderà il coglione che con la bicicletta passa col rosso all’incrocio rischiando di finire sotto al 37 barrato, alle rimostranze dell’autista del bus stesso.

Quando tra qualche settimana la TV dell’italiota non funzionerà più a causa del passaggio al digitale terrestre, e chiamerà il tecnico il quale gli spiegherà che sono due anni che si parla del passaggio al digitale, egli esclamerà: “E io che ne so?”

Quando il nostro concittadino sullo scaffale del supermercato vede un TV 50 pollici a LED con su scritto: “999€ oppure 10 rate da 99,9€”, l’italiota ovviamente comprende che quel TV costi solo 99,9 € e alla spiegazione del commesso esterrefatto si giustificherà col solito “E io che ne so?”.

“E io che ne so?”, dirà candido il genitore quando va a prendere la figlia 14enne fuori dal pub e la trova completamente ubriaca e vomitante, e nonostante questo la accompagna in discoteca.

Quando si fa presente all’italiota che non è il caso di lasciare il cellulare nuovo sopra al bancone del bar, egli ti risponderà “E io che ne so?”.

“E io che ne so?” risponderà al commesso del negozio di calzature l’italiota che pretende di acquistare l’AIFONCINQUE.

“E io che ne so?” risponderà l’italiota che non capisce che se vuol vedere il canale 1 in TV deve premere il tasto 1 nel telecomando, per il 2 premere il tasto 2 e così via.

“E io che ne so?” risponderà l’italiota al cassiere che gli fa notare che la tessera dell’ Agip non è un bancomat.

Soprattutto: alle prossime elezioni, quando l’italiota darà il voto per l’ennesima volta ai soliti mafiosi, camorristi, piduisti, papponi, troie, corrotti, corruttori, fascisti, xenofobi, ladri, stupratori di minorenni che gli hanno portato via ogni bene ed ogni diritto conquistato e pure la dignità, al disprezzo delle persone normali risponderanno: “E io che ne so?”

Pubblico questa lettera che circola su internet da un po. Non è farina del mio sacco (e mi dispiace!), ma merita di essere tramandata. E’ scritta sotto forma di lettera che un fervente cattolico scrive al sacerdote che ha affermato che l’ “OMOSESSUALITA’ E’ UN ABOMINIO NON PUO’ ESSERE TOLLERATO IN NESSUN CASO, perchè a dirlo è la BIBBIA (Levetico, 18,22)”.

“Caro sacerdote, le scrivo per ringraziarla del suo lavoro educativo sulle leggi del Signore. Ho imparato davvero molto dal suo programma, e ho cercato di condividere tale conoscenza con più persone possibile. Adesso, quando qualcuno tenta di difendere lo stile di vita omosessuale, gli ricordo semplicemente che nel Levitico 18:22 si afferma che ciò è un abominio. Fine della discussione. Però, avrei bisogno di alcun consigli da lei, a riguardo di altre leggi specifiche e come applicarle.

– Vorrei vendere mia figlia come schiava, come prevede Esodo 21:7. Quale pensa sarebbe un buon prezzo di vendita?
– Quando do fuoco ad un toro sull’altare sacrificale, so dalle scritture che ciò produce un piacevole profumo per il Signore (Levitico 1.9). Il problema è con i miei vicini. Quei blasfemi sostengono che l’ odore non è piacevole per loro. Devo forse percuoterli?
– So che posso avere contatti con una donna quando non ha le mestruazioni (Levitico 15:19-24). Il problema è: come faccio a chiederle se ce le ha oppure no? Molte donne s’offendono.
– Levitico 25:44 afferma che potrei possedere degli schiavi, sia maschi che femmine, a patto che essi siano acquistati in nazioni straniere. Un mio amico afferma che questo si può fare con i filippini, ma non con i francesi. Può farmi capire meglio? Perché non posso possedere schiavi francesi?
– Un mio vicino insiste per lavorare di sabato. Esodo 35:2 dice chiaramente che dovrebbe essere messo a morte. Sono moralmente obbligato ad ucciderlo personalmente?
– Un mio amico ha la sensazione che anche se mangiare crostacei è un abominio (Levitico 11:10), lo è meno dell’omosessualità. Non sono d’accordo. Può illuminarci sulla questione?
– Levitico 21:20 afferma che non posso avvicinarmi all’ altare di Dio se ho difetti di vista. Devo effettivamente ammettere che uso occhiali per leggere … La mia vista deve per forza essere 10 decimi o c’è qualche scappatoia alla questione?
– Molti dei miei amici maschi usano rasarsi i capelli, compresi quelli vicino alle tempie, anche se questo è espressamente vietato dalla Bibbia (Levitico 19:27). In che modo devono esser messi a morte?
– In Levitico 11:6-8 viene detto che toccare la pelle di maiale morto rende impuri. Per giocare a pallone debbo quindi indossare dei guanti?
– Mio zio possiede una fattoria. E’ andato contro Levitico 19:19, poiché ha piantato due diversi tipi di ortaggi nello stesso campo; anche sua moglie ha violato lo stesso passo, perché usa indossare vesti di due tipi diversi di tessuto (cotone/acrilico). Non solo: mio zio bestemmia a tutto andare. È proprio necessario che mi prenda la briga di radunare tutti gli abitanti della città per lapidarli come prescrivono le scritture? Non potrei, più semplicemente, dargli fuoco mentre dormono, come simpaticamente consiglia Levitico 20:14 per le persone che giacciono con consanguinei?

So che Lei ha studiato approfonditamente questi argomenti, per cui sono sicuro che potrà rispondermi a queste semplici domande. Nell’occasione, la ringrazio ancora per ricordare a tutti noi che i comandamenti sono eterni e immutabili.

Sempre suo ammiratore devoto.”