IL REATO DI SALVARE VITE: NEI PANNI DEL BAGNINO

Ieri ho assistito ad una scena che definire scandalosa sarebbe riduttivo. Se non ci fosse una persona in pericolo di vita, sarebbe stata grottesca. Spero vivamente che le forze dell’ordine o chi di dovere prendano seri provvedimenti verso questi pazzi.

Mi trovavo a Santa Maria a Mare, in ferie. Ero in spiaggia, sotto all’ombrellone quando improvvisamente ho visto un gran movimento di gente. Tutti si avvicinavano al bagnasciuga, correvano e guardavano verso il mare aperto. Mi sono avvicinato anche io al mare ed ho visto oltre le onde una persona in evidente difficoltà. Urlava, muoveva freneticamente le braccia, la sua testa scompariva sotto le onde e quando riemergeva, urlava. Era chiaro che stesse annegando. Alla mia destra, sento un gran vociare: “permesso, permesso, toglietevi di mezzo!” Era il bagnino dello stabilimento balneare “Stella” nel quale mi trovavo, che stava cercando di farsi largo per andare a recuperare la persona che stava annegando. Ma non era il solo. Le urla del malcapitato avevano attirato le attenzioni anche del bagnino dello stabilimento “Il Gabbiano”, attiguo allo “Stella”.

I due bagnini stavano per tuffarsi in mare, quando sono stati fermati dai proprietari dei due stabilimenti balneari: “Fermo, che cavolo fai?” ha detto il proprietario dello “Stella” al proprio bagnino, “quella persona è nel tratto di mare davanti al Bagno Gabbiano, che se la sbrighino loro!”. E’ intervenuto prontamente il proprietario dell’altro bagno, inveendo contro il collega: “Ma cosa stai dicendo? E’ vicino alla tua spiaggia, te lo prendi te!”

Nel frattempo, la persona, stava annegando. I movimenti delle braccia erano sempre più stanchi. Le persone intorno a me erano attonite. I due bagnini non sapevano cosa fare, uno dei due ha provato a dire “ma cosa state dicendo? C’è una persona che sta affogando! Io mi butto!” Subito il proprio titolare lo ha redarguito: “Non azzardarti a tuffarti. Questo non rientra nel tuo lavoro! Non puoi fare il lavoro che compete all’altro bagnino! Ti licenzio!” Oramai eravamo tutti increduli, quando il proprietario del Bagno Gabbiano ha tuonato: “Ora basta! Chiamo la Polizia! Qui si sta millantando! Io ti denuncio!”

La cosa più grave è che non è arrivata solo la Polizia, ma anche uno stuolo di avvocati che si sono messi a discutere di chi fosse la competenza territoriale del recupero della persona che stava affogando. E’ stato aperto un fascicolo, sono stati nominati dei periti che hanno iniziato a fare i rilievi.

Eravamo esterrefatti e preoccupati: noi tutti urlavamo “ma siete pazzi? Un uomo sta affogando! Salvatelo!” ma loro hanno piantato dei paletti lungo il bagnasciuga, quello bianco e rosso con la scritta “POLIZIA – NON OLTREPASSARE”.

Guardavo l’uomo che oramai non muoveva più le braccia, guardavo i periti con le barchette che misuravano la distanza dalla riva e al confine tra i due stabilimenti. Non ce l’ho fatta. Mi sono tuffato, sono arrivato dal malcapitato che oramai non respirava più. L’ho trascinato a riva, deposto sul bagnasciuga e, sotto gli occhi di tutti gli ho fatto il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca.

Appena l’uomo ha ripreso a respirare, si sono avvicinati dei poliziotti che mi hanno preso di peso e trascinato verso la loro auto, mentre la folla intorno mi urlava contro: “eccolo, l’eroe! Coglione, pensa ai cazzi tuoi!” “comunista! Anarchico! Ci sono delle regole, devi rispettarle!” “Eccolo, quello che se ne frega della legge! In galera, bastardo!” “Pezzo di merda! Chi ti credi di essere, Dio?”

Pensavo di essere in una puntata di Candid Camera, invece era tutto vero.

Ho salvato la vita di un uomo mentre la burocrazia se ne fregava. Adesso, mi ritrovo con le seguenti accuse:

– Esercizio abusivo della professione medica.
– Denunciato per essere entrato in zona vietata dalle forze dell’Ordine.
– Resistenza a pubblico ufficiale.
– Tentato suicidio.
– Istigazione a delinquere.
– Insurrezione contro i poteri dello Stato.

Infine, denunciato di due bagnini per avergli usurpato il lavoro.

Se tutto andrà bene, ha detto il mio avvocato che in 17 anni, con la buona condotta, posso cavarmela.

 

(Attenzione: Trattasi di post ironico. Ma non c’è un cazzo da ridere: questo è il nostro paese oggi. Ed è colpa VOSTRA)