SONO UNA RAZZA DIVERSA

Sono davvero una razza diversa.

Pensate che mentre noi ci facciamo un culo così per parcheggiare il nostro SUV da 70.000€ “un attimino e vado via subito” sul marciapiede per accompagnare nostro figlio alla scuola privata, c’è qualcuno in Africa che raccoglie quel niente che ha e lo consegna al figlio, indicandogli la strada per arrivare al primo porto che lo conduca in Europa, per non morire di fame o massacrato dai guerriglieri.

Sono proprio diversi, mentre noi ci facciamo un culo così per lasciare lo stipendio di un mese  nell’ultimo telefono uscito, quello che fa anche le radiografie a colori e del quale non riusciamo a capire neanche il 10% delle funzioni, questi Africani si permettono  di venire qua con dei cellulari che neanche mio nonno, avvolti nella plastica, roba che al massimo puoi chiamarci a casa per dire “siamo arrivati, siamo vivi”.

Ma cosa vogliono questi da noi? Da quale guerra dicono di venire, che non ne parla nessun programma? Anche i nostri amici che sono stati a Sharm-el-Sheik, ad Hammamet, Hurgada e non hanno trovato nessuna guerra. Questi ci prendono per il culo, lo diceva anche uno dalla D’Urso l’altra sera.

Anche il loro comportamento. Ti prendono in giro, perché noi stiamo tutto il tempo a capo basso, incazzati con il prossimo per un parcheggio, per evitare una fila, per non salutare uno che ci sta sulle palle, e loro cosa fanno? Ridono. Cazzo vuoi da me?  Ti si avvicinano, ti salutano e ridono.

Non ho mai visto un Africano che non sorrideva.

Sono proprio una razza diversa.